Il mio libro Me lo dai un bacio?

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domenica 19 ottobre 2014

Bukowski su Bukowski

Tra i vari commenti al mio libro, Bourbon & Viagra, c'è chi ha intravisto nella storia raccontata, un richiamo allo stile di Henry Charles Bukowski (Andernach, 16 agosto 1920 – San Pedro, 9 marzo 1994). Questo dovrebbe essere un complimento. Grazie. Ma non credo di avere affinità allo stile del grande poeta e scrittore; certo che Bukowski (con il suo alter ego Chinaski) ha reso letteraria la merda: con lui la poetica ha avuto una svolta ed è stata capace di raccontare una realtà dura e senza eufemismi.
Nel mio libro ci sono riferimenti alla fissazione sessuale e alla voglia di trasgressione, ma tutto poi è frutto di fantasia. Quello che racconta Bukowski è invece calato fortemente nel suo vissuto, nella sua biografia, e la capacità di dare uno stile, una impronta letteraria originale, è la sua proprietà.
Un critico ha descritto i suoi libri come “una pittura dettagliata di certe fantasie maschili tabù: lo scapolo disinibito, solitario, antisociale, e totalmente libero”; ecco forse Martin Hedger -il personaggio del mio libro è questo. Bukowski a quell'immagine tentò di conformarsi con occasionali letture pubbliche di poesia in cui si comportava da pazzo, e con un modo di fare scandaloso alle feste.

In questi giorni sto leggendo il libro di Bukowski: Scrivo poesie solo per portarmi a letto le ragazze. Questo libro è una raccolta di molti suoi racconti e saggi. A pagina 100, Bukowski recensisce se stesso in occasione dell'uscita del suo libro 'Taccuino di un vecchio sporcaccione':

''Bukowski su Bukowski:Ho bevuto con un amico l’altra sera che ha detto, o forse sono stato io a dirlo: “È praticamente impossibile non apprezzare la puzza della propria merda”. Abbiamo parlato di quando abbassiamo lo sguardo per fissare gli stronzi dopo averli prodotti e ci sentiamo, in qualche modo, molto orgogliosi del risultato.
Ora, un esordio simile darà agli scocciatori, ai membri avvelenati dei circoli, a quelli che gravitano intorno alle università tutto ciò di cui hanno bisogno, così glielo servo in anticipo; in questo modo sono già foraggiati. Scrolliamoci di dosso le sanguisughe così possiamo parlare seriamente. Ho già avuto abbastanza incubi relativi a Creeley e all’università da bastarmi per quarantaquattro vite e altrettanti sonni.
Benissimo. Kirby mi ha spedito un paio di copie in anteprima. Quindi ritiri tutto direttamente dalla cassetta delle lettere e lo guardi.
Poi vai a letto – mi piacciono i letti, credo che il letto sia l’invenzione più grande dell’Uomo – quasi tutti siamo nati lì, si muore lì, si scopa lì, si sborra lì, si sogna lì...
Sono un po’ burbero e dissacratore, quindi mi sono rigirato a fatica nelle mie lenzuola sborrate, da solo, aspettandomi che Kirby e la Essex House togliessero le parti migliori, non che fossi prevenuto verso Kirby e la Essex House; stavo solo parlando della mia esperienza personale con il mondo – amico, gli ho dato una scorsa veloce e avevano lasciato tutto – le sfuriate, le parti letterarie, quelle non letterarie, il sesso, il non sesso, tutto l’intero pacchetto di urla indecorose e di esperienze autentiche.
Che onore.
Mi piace l’onore. Ed era tenuto insieme da una copertina pulita e immacolata. Taccuino di un vecchio sporcaccione, 0115.
Sono andato a letto e ho letto i miei racconti se così si possono chiamare e mi sono piaciuti. Di solito quando scrivo una poesia e poi la rileggo, la sensazione che ne traggo è di nausea e di spreco. E c’è gente che recita i miei versi, giuro è vero, quelli delle poesie passate e non so mai di che cazzo stanno parlando. È come quando in pieno doposbronza mi dicono: “Hai scacciato ventitré persone da casa mia e poi hai cercato di scoparti mia moglie”.
Sapete, sembra un mucchio di stronzate.
Ma i racconti, mentre me ne stavo coricato, mi sono piaciuti abbastanza. Una cosa disgustosa da dire, vero?
Suppongo sia stata la raccolta delle esperienze racchiusa segretamente tra le copertine che mi ha inchiappettato. Leggendo della mia esistenza – dei giorni, delle notti della mia vita mi sono domandato come diavolo ho fatto a essere ancora vivo e ad andarmene in giro tranquillo fino adesso?
Quante volte un uomo può essere travolto dalla trebbiatrice e mantenere sempre lo stesso sangue freddo, il sole dell’estate dentro la testa? Quante brutte prigioni, quante brutte donne, quanti svariati tipi di cancro, quante ruote forate, quanti di questi o di quelli o di che cosa o che cosa o che cosa?... Vi assicuro, ho letto i miei racconti con slancio fantastico, dimenticandomi di chi ero, quasi quasi, e ho pensato: Cazzo, questo figlio di puttana sa scrivere sul serio.
Mi ricordo di altri scrittori. Sono stato molto scoraggiato da Çechov, G.B. Shaw, Ibsen, Irwin Shaw, Gogol, Tolstoj, Balzac, Shakespeare, Ezra Pound e compagnia bella. Sembrava che loro, tutti quanti, mettessero la forma letteraria al primo posto rispetto all’attualità e alla vita vissuta in sé. In altre parole, o forse più chiaramente, ciascuno di questi uomini era d’accordo che la vita in sé poteva essere infernale, ma che era giusto così fintanto che riuscivano a sopravvivere e a descriverla con il loro stile letterario speciale. Il che va bene. Se ti piace giocare ai giochetti.
E io penso che adesso i professori stanno che anche gli studenti sono stufi di questi giochetti.
Comunque, torniamo al Taccuino di un vecchio sporcaccione.
Rileggendo tutto, racconti veri e di fantasia, li ho trovati una meraviglia e pieni di fuoco. Ho pensato: Cristo, è dai tempi di Pirandello che non c’era uno scrittore di racconti così. Quantomeno da allora.
È una puttanata dirlo, ma credo che questo libro valga la pena di essere letto. E che le bibliotecarie vergini, non ancora nate tra duecento anni, accorreranno con le loro mutandone fiorate, ne riconosceranno la potenza, molto dopo che il mio stolto cranio sarà diventato un parco giochi merdoso per vermi subnormali, citelli e altre creature del sottosuolo.
Oh, un’ultima cosa.
Fra dieci anni i vostri 1.95 $ a copia varranno 25$. E se vivrete abbastanza a lungo e la Bomba non spazzerà via tutto, potrete pagarvi l’affitto di un mese con il libro.
Fino ad allora leggetelo a più non posso e gozzovigliate e riproducetevi finché potete.

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